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Industry 4.0 non è un concetto astratto o qualcosa che riguarda semplicemente l’impiego di nuove tecnologie, bensì è un fenomeno ben più ampio che, come ogni rivoluzione, porterà inevitabilmente ad un cambiamento nella sfera sociale, economica e culturale.
Il termine “Industry 4.0” fu utilizzato per la prima volta nel 2011 in Germania, durante la fiera dell’Automazione Industriale di Hannover, dove si iniziò a parlare di “passaggio dall’industria tradizionale (quella che si è sviluppata dagli inizi del 900 fino ad oggi), alla conversione digitale”.
È questo il sistema che si sta implementando a livello industriale: macchine che non solo raccolgono il flusso dei dati, ma lo ottimizzano per imparare a fare associazioni e relazioni, secondo le condizioni dettate dall’uomo, in funzione di quelli che sono i suoi bisogni da soddisfare. Questa si realizza creando “Cyber-physical Systems” che, attraverso migliaia di sensori installati sui macchinari consentono una interazione e connessione continua tra di loro, facendo in modo che la produzione possa auto-controllarsi.
Una rottura sostanziale con il passato dunque, verso un mondo che, sempre più, sarà in grado di fondere la concretezza dei macchinari industriali con il mondo virtuale dell’“internet of things”, connettendo persone, oggetti e luoghi in tempo reale.
Questo cambiamento di interazione fra uomo e macchina sarà in grado, a livello produttivo, di soddisfare la domanda di beni e servizi in maniera sempre più personalizzata e one to one grazie anche all’utilizzo di strumenti di analisi dei big data, dando una chiave di lettura dei dati fino ad ora inaccessibile; questo rappresenterà il vero valore aggiunto in termini di competitività sui mercati futuri.
In questo scenario, l’uomo, invece che essere sostituito dalle macchine, rappresenterà il vero valore aggiunto, proprio per la sua esperienza, capacità di progettare e visione d’insieme: si andrà sempre di più nella direzione di una forte verticalizzazione del lavoro, verso la riduzione delle mansioni operative, in funzione di quelle di programmazione ed informatizzazione.
L’investimento in Industry 4.0 impatterà in maniera positiva sui processi produttivi consentendo una maggiore efficacia ed efficienza nei processi. L’avere a disposizione informazioni veloci ed “immateriali” favorirà lo snellimento della supply chain, proprio perché non saranno solo le macchine a sfruttare l’alto grado di connettività, ma anche tutti gli altri attori del processo produttivo. (es. ottimizzazione delle scorte di magazzino, e sviluppo nuovi prodotti “custom made”).
Il tessuto industriale italiano, fatto soprattutto di piccole e medie imprese, è chiamato ad investire in direzione dell’Industry 4.0 sollecitato anche dalle agevolazioni fiscali previste nella legge di bilancio 2017.