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Il 2015 è stato un anno “eccezionale” per il Mezzogiorno. Lo indicano le anticipazioni del rapporto Svimez 2016: il Pil è cresciuto dell’1%, battendo il risultato del Centro Nord (0,7%), ci sono stati 94 mila occupati in più e, dopo sette anni di recessione, sono risaliti consumi e investimenti.
Un anno positivo, il 2015 che, però, non deve far cantare vittoria, anzi, deve sensibilizzare il legislatore ad intervenire affinché questa crescita non sia estemporanea e si consolidi, piuttosto, nel tempo. Questo è l’invito che fa lo SVIMEZ nelle anticipazioni del “Rapporto Svimez 2016 sull’economia del Mezzogiorno”, presentato in questi giorni a Roma e che testimonia quanto la grande crisi economia di questi anni abbia sì fiaccato economicamente il Sud Italia, ma non ha fatto venir meno le capacità/potenzialità del Mezzogiorno registrando comunque una ripresa. L’incremento dell’1% de Prodotto Interno Lordo nel Mezzogiorno ha interrotto 7 anni di contrazioni consecutive, che avevano prodotto una crollo del PIL di oltre 13 punti percentuali. Come sottolinea lo SVIMEZ, però, questa performance dell’economia meridionale riveste un aspetto di eccezionalità, poiché ci sono stati alcuni aspetti economici, sociali e politici che sul piano tendenziale non è detto si ripetano. Ad esempio, l’annata agraria, particolarmente favorevole, e il turismo, in grado di beneficiare delle crisi, tra terrorismo e instabilità, che stanno vivendo altri paesi del Sud del Mediterraneo.
Il pericolo temuto dallo SVIMEZ è un fallimento nel mantenere, nei prossimi anni, il ritmo di crescita registrato nel 2015. Non sarà facile per la descritta eccezionalità di alcuni fattori alla base. Vi sono, in ogni caso, alcuni elementi che fanno ben sperare per il proseguimento dell’evoluzione positiva del PIL, sia per il 2016, che per il 2017: la ripresa appare sostenuta dalla domanda interna in tutto il Paese e soprattutto al Mezzogiorno. Tale sostegno appare guidato da una politica fiscale più espansiva, in cui la flessibilità concessa dalla Commissione Ue viene indirizzata verso manovre che incrementano i consumi e riducono il peso fiscale verso le imprese, misure che dovrebbero permanere anche il prossimo anno. Infine, appare senza alcun ombra di dubbio fondamentale sostenere con interventi pubblici la ripresa di altri settori, quale quello manifatturiero, che più di tutti ha subito la grave crisi di questi anni e che può rappresentare per il sud un ottimo volano per una ripresa maggiormente stabile.
Un discorso a parte, poi, merita la città di Taranto ed il suo territorio, che ormai viene identificata come la città con la monocultura dell’industria pesante danneggiando, nell’immaginario generale, tutto ciò che di buono questo territorio può offrire. Nell’incontro tra Confcommercio Puglia e Unioncamere regionale, con le categorie del turismo di Confcommercio Taranto (alberghi, strutture extralberghiere, stabilimenti balneari, locali notturni, ristoranti e bar, guide turistiche), molto si è parlato sulle ragioni che hanno frenato lo sviluppo del territorio tarantino. Ma contestualmente si è analizzato che qualcosa si sta muovendo a partire dal Piano Strategico del Turismo della Regione Puglia, che punta a migliorare alcune aree tematiche quali, l’accoglienza, la formazione, l’infrastrutture, l’Innovazione e il prodotto su tutto il territorio pugliese.
I numeri parlano chiaro: l’andamento turistico della provincia di Taranto negli ultimi cinque anni attesta un incremento dell’11% delle presenze e dell’1% degli arrivi, anche se il distacco dei dati rilevati rispetto le altre province è notevole. Nel predetto incontro, è emerso che questo gap può essere colmato, occorre, però, formare gli operatori turistici, creare reti tra operatori e pubblico, puntare sull’innovazione e sulla promozione dei servizi turistici via web.
Sono molte le problematiche da affrontare, dalla mancanza di sufficienti strutture ricettive (alberghi hotel bad and breakfast) a quella di infrastrutture, o la non funzionalità delle stesse.
Un volano a sostegno delle politiche di sviluppo del turismo, potrà essere dato dalle tante start up che, in questo settore, nascono e crescono nel territorio.
La Regione Puglia, infatti, è uno degli Enti pubblici più attenti in Italia a quello che sta succedendo nel campo dell’economia digitale. Basti pensare a tutti i progetti finanziati in questi anni, che stanno rendendo la Puglia vera fucina di nuove imprese giovanili, come:
- PIN – Pugliesi Innovativi, rivolta ai giovani pugliesi che vogliono realizzare progetti imprenditoriali innovativi, ad alto potenziale di sviluppo locale e con buone prospettive di consolidamento rafforzando, al contempo, le proprie competenze.
- Bollenti Spiriti, il programma della Regione Puglia per le Politiche giovanili che mette in rete tutte le iniziative che attivino i talenti dei giovani cittadini pugliesi.
- Nidi, il fondo creato dalla Regione Puglia a favore delle “Nuove iniziative d’impresa”, per sostenere le microimprese di nuova costituzione, con un contributo a fondo perduto e un prestito rimborsabile, agevolando l’autoimpiego.+
- Start Cup Puglia, la business plan competition, organizzata dal 2008 da Regione Puglia e Arti, che trasforma le migliori idee d’impresa in business plan e premia i vincitori o, sulla stessa linea, il bando promosso dalla Cciaa di Bari Valore assoluto 3.0.
- Impact Hub Bari, uno spazio di coworking di 1600 mq in cui dare forma alla propria impresa, un “booster per imprese”, che incuba o accelera progetti d’impresa.
- Finanziamenti a Fondo Perduto per iniziative riguardanti ì Giovani Imprenditori, le Imprese Femminili, le Start-up Innovative le Imprese On.going (Grandi Imprese, Microimpresa e PMI), le Associazioni, i Consorzi e gli enti Enti Pubblici. Di seguito il link dei specifici bandi suddivisi per settore e tipologia di intervento.
Per rilanciare l’economia del nostro Paese, e del Sud Italia in particolare, non si può prescindere dall’investire e promuovere in maniera innovativa, magari anche mediante l’utilizzo di un brand che rappresenti e identifichi il territorio e sfruttando le risorse e i beni che ci appartengono da sempre e che fanno parte della nostra cultura.
Apulia invest supporta e coadiuva le micro imprese, le PMI e le start up con progetti innovativi ad alto potenziale di crescita.
Analizziamo le idee di business, individuando e correggendo eventuali punti deboli, realizziamo i business plan dei progetti, sosteniamo lo sviluppo delle idee, ricerchiamo potenziali partner e gestiamo la fase di apporto di capitale privato.
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